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Chi ha la responsabilità dei commenti in un Blog/Forum/Sito?

Discussione inserita in 'Internet' da Mattia99, 7 Marzo 2008.

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  1. Zetesis techNewbie

    Omero, Aristotele e noi.

    Caro Falko,



    osservi:



    “Il fatto da me citato di Aruba e Autistici in realtà è stato un qualcosa di più della semplice vigilanza, dato dal fatto che gli stessi gestori del servizio hanno dichiarato che per un anno sono stati "controllati" senza nessun tipo di avvertimento. Il che di per se è logico comunque, perchè se esistono effettivamente degli estermi legali porre in mostra un'indagine in corso renderebbe impossibile da parte di un inquirente la tracciabilità degli stessi; di contro però il controllare un sito senza nessun tipo di avvertimento (anche interno) è di per se una chiara violazione alla privacy (questo è stato il motivo scatenante del dibattito che ne è nato).”




    Suppongo che gl’investigatori, prima che iniziassero l’indagine, abbiano chiesta licenza ad un magistrato e quindi abbiano potuto procedere lecitamente.



    Per altro, se per un anno permisero che sui fori permanessero commenti illegali, pare difficile negare che sia essi sia i magistrati, che li mandavano, non abbiano giudicato che fosse cosa illecita che i rettori di quei fori conservassero intatti quei commenti:

    la loro interpretazione, quindi, pare sia stata assai tollerante verso i rettori dei fori, riconoscendo colpe solo negli autori dei commenti illegali.



    Dichiari:



    “è notevole ad esempio nel caso dell'installazione di Windows che ogni responsabilità derivata da un problema del sistema operativo stesso ricada sempre sull'utente finale”.




    Che i Numi Microsoffici siano sempre innocenti è verità rivelata:

    la colpa è sempre di noi mortali, che usiamo malamente dei loro sacri riti.



    Riconosci:



    “In realtà il regolamento, se inserito correttamente, crea una forma di reponsabilità da parte dell'utente che le va ad accettare, è chiaro comunque che un operatore consapevole della presenza di un argomento illegale che lo lasci pubblicamente accessibile avrebbe la sua buona parte di colpa, in quanto diventerebbe complice del fatto.”




    Il nocciolo della questione è proprio questo:

    se e fino a qual segno i rettori d’un foro rispondano dei commenti illegali scritti dagli avventori.



    Ma pare che le opinioni e le risposte siano varie



    Affermi:



    “Si considerari però che i moderatori sono in tutto e per tutto utenti (fatta eccezione per l'admin che ha qualche vincolo maggiore essendo il detentore del servizio offerto) e quindi vengono considerati tali nel caso dell'abuso del servizio.”




    Qui le cose s’intricano ancora di più, quasi non fossero già intricate:

    nell’investigazione se sia colpa nel vigilare, posto che, in un foro, si configuri una tale colpa, debbono essere considerate le facoltà concesse ai moderatori dall’amministratore del sito o dal rettore del foro e, quindi, molto dipende dalla natura e dalle clausole contratto che li lega.



    Continui:



    ”Proprio a causa di questa natura intrinsecamente insicura dell'intera rete mondiale il fornitore di qualsivoglia servizio (nel nostro caso il forum) svolge sicuramente un ruolo di primaria importanza nella moderazione e nella scelta delle persone atte a questo scopo, ma non di meno si può permettere di assumere la piena responsabilità di quanto possa venire detto e/o discusso”.




    Se ho inteso bene il Tuo argomentare, suppongo che Tu abbia omesso un “non” e quindi volevi scrivere:



    “ma non di meno “non” si può permettere di assumere la piena responsabilità di quanto possa venire detto e/o discusso.”




    Se l’hai omesso, consento pienamente che da colui, il quale apra un sito od un foro, non si possa esigere una diligenza perfetta ed una vigilanza sovrumana:

    tal volta anche il buon Omero s’addormenta.



    A mio giudizio, sarebbe sufficiente ch'egli usasse della diligenza del buon padre di famiglia, come l’appellano i giurisperiti, la quale tuttavia dipende non solo dalla virtù dell’uomo, ma anche dagli strumenti che questi abbia a disposizione:

    non è dubbio che, oggi, la potenza delle macchine e l’efficacia delle applicazioni permettano di conoscere con celerità inaudita una moltitudine di notizie ieri insperate; tuttavia è anche indubbio che esaminarle tutte non è opera altrettanto celere, quanto è riceverle.



    In somma, uno non può avere occhi d’Argo e bracci di Briareo.



    Se, vice versa, non hai omesso il "non", forse sei eccessivamente severo.



    Annoti:



    “Giustamente come tu dici l'utilizzo di una licenza tipo "creative commons" può sembrare inadatta (in ogni caso è stata una di quelle proposte), eppure trattandosi di un Forum attinente all'informatica può succedere che un utente particolarmente abile possa postare, per esempio, una sua idea riguardante una routine di nuova concezione. Paradossalmente una persona esterna potrebbe appropriarsene per farci un qualche tipo di business non riconoscendo in nessun caso l'autore originario; l'utilizzo di una licenza di questo tipo eviterebbe di conseguenza questo tipo di potenziale problema (questo approccio per altro è lo stesso che Richard Stallman ha valutato scrivendo le basi della GNU general license, dove appunto si basano i più svariati sistemi Open Source, tipo Linux), può sembrare esagerato ma fatti simili a questo ne sono accaduti!”.



    Ammonire che l’applicazione, usata per configurare e mantenere il sito od il foro nella rete elettronica, sia opera dell’ingegno e quindi, possa essere usata nei limiti concessi dal proprietario, è senz’altro cosa opportuna, se non necessaria, ad evitare che qualcuno se l’approprii o ne tragga profitto ingiusto.



    Ma questo è un atto illecito, a mia opinione, diverso che sia quello di cui andiamo trattando, il quale non sta nel godimento d’un’opera dell’ingegno altrui senza il consenso del proprietario ovvero fuori dei confini da quello concessi; ma sta nella destinazione illecita delle funzioni, pur legittimamente usate, di quell’opera d’ingegno.



    E veramente l’illecito, di cui trattiamo, non si compie per ciò, che l’avventore sottragga, alla legittima disposizione del proprietario, l’applicazione costruita per configurare e mantenere il sito od il foro ovvero la duplichi o la imiti servilmente per sua utilità; ma si compie per ciò, ch’egli destina ad atti illegali una delle facoltà di quell’applicazione, concesse agli avventori, facoltà di cui tuttavia usa lecitamente per contratto.



    Concludi:



    “Mi permetto di straquotare questa tua affermazione. L'approccio che noi abbiamo dinnanzi ai più svariati commenti presenti sul Forum è esattamente quello che hai ben descritto (e quotato indirettamente in un post precedente da Davide su una frase attinente a questo concetto), poi ovviamente l'approccio preso dal moderatore di turno è soggettivo...”.




    Per l’esperienza che ho dei fori, la tolleranza e la diligenza dei moderatori sono immensamente diverse:

    ho visto quelli che permettono tutto, perfino la divulgazione di nomi e cognomi, e quelli che cassano anche un’opinione moderata, se a loro dispiace.



    Vorrei ammonire che la virtù è medio tra due estremi, se non temessi dover pagare i diritti d’autore ad Aristotele.



    Zetesis.
    Zetesis, 12 Marzo 2008
    #21
  2. Falko techBoss

    [quote name='Zetesis']Per altro, se per un anno permisero che sui fori permanessero commenti illegali, pare difficile negare che sia essi sia i magistrati, che li mandavano, non abbiano giudicato che fosse cosa illecita che i rettori di quei fori conservassero intatti quei commenti:

    la loro interpretazione, quindi, pare sia stata assai tollerante verso i rettori dei fori, riconoscendo colpe solo negli autori dei commenti illegali.

    [/QUOTE]

    Beh, qui devo entrare leggermente più nello specifico. Il servizio offerto da quel sistema è relativo all'anonimizzazione (quindi mail anonime, navigazione anonima etcetc) e di conseguenza, volendo guardare, il fornitore di quel servizio ha dato un bel mezzo per eventuali tramiti di materiale illegale, vien da se che l'autorità competente ha dovuto agire di conseguenza per poter intercettare gli aventuali illeciti in un modo che comunque resta al limite della legalità. Di fatto però il controllo stesso essendo stato effettuato sulla totalità dell'utenza, e non solo su alcuni, ha potenzialmente minato il diritto sacrosanto di privacy dell'utenza che quel servizio lo utilizzava nel pieno della legalità e questo è stato appunto il "nodo gordiano" della situazione.



    Questa volta non volendomi dilungare troppo (essendo tra l'altro daccordo sulla maggioranza delle affermazioni da te fatte) e rientrando nella questione specifica dell'argomento cito:

    Per l’esperienza che ho dei fori, la tolleranza e la diligenza dei moderatori sono immensamente diverse:

    ho visto quelli che permettono tutto, perfino la divulgazione di nomi e cognomi, e quelli che cassano anche un’opinione moderata, se a loro dispiace.



    Vorrei ammonire che la virtù è medio tra due estremi, se non temessi dover pagare i diritti d’autore ad Aristotele.



    Zetesis.
    Nell'esperienza da me maturata negli anni, non solo come frequentatore ma anche come operatore di alcuni servizi non posso che trovarmi in perfetto accordo su quanto affermato.



    La difficoltà della moderazione deriva proprio dal fatto che un operatore, avendo il potere di censura sulla quasi interezza degli argomenti trattati, spesso deve intuire cosa stia succedendo per evitare che un suo intervento troppo rigido crei una censura inutile mentre magari qualcosa che andrebbe moderato passi senza problemi. Come in ogni cosa penso che "la verità sia sempre nel mezzo" e che quindi si debba agire di conseguenza, mantenendo comunque sempre una certa obbiettività sull'operato che si va ad eseguire.



    Falko
    Falko, 13 Marzo 2008
    #22
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