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quanto consumano i led o il pc in stan by

Discussione inserita in 'Hardware' da lucio, 2 Marzo 2010.

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  1. odiaman techMod

    Gradito o non gradito cerca di avere comunque un atteggiamento adeguato e rispettoso nei confronti di tutti gli altri utenti! Grazie...
    odiaman, 12 Marzo 2010
    #41
  2. pain6w techAdvanced

    vegliardo said:
    Invito non gradito.
    Poi non lamentatevi quando iniziano a partire le sospensioni.
    pain6w, 12 Marzo 2010
    #42
  3. Francmacon techNewbie

    1)Usando un trasformatore (o meglio, alimentatore) da 12 Volt su una linea da 220 V, il consumo è (spero) ben minore di quando uso un apparecchio che va a 220 Volts?



    Risposta: a.1) il consumo non può essere minore.



    1) quanto consuma il pc lasciato acceso del tutto

    R.: Dipende dalla tecnologia costruttiva. Vedi "Alimentatori AT e ATX"

    2) quanto consuma se è in standby col monitor spento.

    R.: Vedi il manuale d'uso. Dipende dalla tecnologia e dal numero di circuiti TTL (5 volt)

    L'accensione e lo spegnimento del monitor per brevi intervalli ne riduce la durata.



    3)quanto consumano le spie (led o altro)

    R.: Legge di Ohm.

    Se "la cassa audio è accesa" è collegata ad un amplificatore di potenza (Classe A, B, C)

    Stampante Laser XXY. Modalità Risparmio energia

    La modalità Risparmio energia consente al dispositivo di ridurre i consumi energetici nei periodi di non utilizzo. Questa modalità può essere attivata per selezionare l'intervallo di tempo che il dispositivo lascia trascorrere dopo la stampa di un lavoro prima di passare allo stato di consumo energetico ridotto. Le opzioni disponibili sono 5, 10, 15, 30 e 45 (minuti). Per tornare alla modalità Standby, premere Stop/Cancella. Requisiti di alimentazione



    110 ~ 127 VCA, 50/60 Hz, 4,5 A



    220 ~ 240 VCA, 50/60 Hz, 2,5 A







    Consumi energetici



    Modalità di attesa: meno di 10 W Media: 350 W







    Rumore* Modalità Standby: meno di 35 dBA



    Riscaldamento: meno di 49 dBA



    Copia: meno di 55 dBA



    Stampa: meno di 53 dBA



    Tempo riscaldamento meno di 35 secondi





    Traendo spunto dal suggerimento di Falko





    (03 marzo 2010 – 23:29):

    http://www.elma.it/T...aliPC_Vstby.htm



    http://www.elma.it/TESTO/ali/38_aliPC_altreV.htm



    http://www.elma.it/TESTO/ali/41_aliPC_VRM.htm



    (…)



    Il termistore PTC, all' accensione, è freddo e ha una resistenza molto alta; questo limita il valore della corrente ad un valore ragionevole basso da non creare danni ai conduttori e agli altri componenti interessati e a non far scattare eventuali protezioni dell' impianto di alimentazione della rete. A mano a mano che la corrente carica i condensatori, la resistenza si scalda e il suo valore si riduce, fino a che diventa trascurabile. Il picco di corrente viene smorzato e l' alimentatore assume la sua corrente di ingresso tipica, dipendente dal carico applicato.



    ìAvvertenza : questo componente, quindi, per sua natura, è caldo quando è al lavoro e può essere anche piuttosto caldo. In queste condizioni, a parte la tensione, non toccarlo è decisamente meglio.



    Abbastanza importante, dunque, è il considerare che, all'accensione, un alimentatore switch mode assorbe normalmente un picco di corrente molto intenso, e, per quanto sia presente la limitazione che abbiamo descritto, questo impulso può creare problemi ai sistemi di protezione di sovracorrente dell'impianto elettrico quando già caricati o molto sensibili, ovvero, come si dice comunemente, "fa scattare il contatore" se sono già presenti altri carichi abbondanti, magari la lavatrice e il ferro da stiro; normalmente questo non avviene perchè i limitatori di corrente inseriti nei contatori Enel sono tarati per intervenire quando la sovracorrente ha una durata maggiore, proprio per evitare che ci sia la disconnessione dalla rete a causa dei picchi (spikes) di avviamento dei vari elettrodomestici.



    La cosa può diventare sensibile se si avviano contemporaneamente più apparecchi dotati di alimentatori switch mode, ad esempio nelle sale computer, nei sistemi cluster, negli array di monitor per grandi sale; in questi casi occorre che un dispositivo automatico avvii gli apparecchi uno dopo l' altro, scaglionando nell'arco di qualche secondo la successione degli spikes di corrente. Si può avere esperienza della presenza del picco di corrente all' accensione quando PC, stampanti, monitor, ecc sono connessi ad un gruppo di continuità : accendendoli tutti nello stesso istante si corre il rischio di superare il limite della protezione elettronica di sovrapotenza del gruppo stesso e di non riuscire ad avviarlo, se non accendendo separatamente ogni apparecchio collegato.



    E' opportuno accennare ad un particolare che certamente sfugge a molte analisi, ovvero il fatto che l' alimentatore dispone di numerose uscite, ognuna delle quali alimenterà i carichi più diversi, a seconda della configurazione del computer, ma TUTTE dipendenti da UN SOLO switch ! E questo è il principale limite di questo genere di alimentatori : da una parte consente costi e volumi estremamente contenuti, mentre dall'altra riduce la qualità delle tensioni in uscita.



    Se questo rende parecchio problematica la faccenda della stabilizzazione, si è reso necessario adottare particolari soluzioni costruttive per evitare che il prevalere di un carico su una tensione sbilanci pericolosamente le altre linee. Vedremo più avanti come viene risolto il problema



    Attualmente, in particolare, per la tensione +12V, si stanno implementando soluzioni differenti, ad esempio realizzando due o più rami per la stessa tensione con schemi diversi; questo è necessario allo scopo di evitare tutte le problematiche dovute agli elevati carichi imposti che si concentrano su una sola uscita, ad esempio in conseguenza di schede video che assorbono potenze che possono essere superiori a 80W.



    Negli ultimi modelli proposti da gran parte dei costruttori si trovano, infatti, modelli specificatamente prodotti per alimentare soluzioni multi-vga come SLI e Crossfire.



    Questi alimentatori, denominati multi-rails, richiedono una cura particolare nella progettazione e nella realizzazione per il bilanciamento tra i vari rami e il controllo dell'unico PWM da cui tutti dipendono, col risultato di trovarsi sia al top della gamma come prestazioni, ma anche come costo.



    http://www.elma.it/TESTO/ali/38_aliPC_altreV.htm



    Non vengono dati limiti per quanto riguarda le correnti e le potenze fornibili per ogni tensione. Viene solamente consigliata la disponibilità di 720mA sulla Vstby, anche se il minimo richiesto è solamente di 10mA.



    Sugli schemi semplificati proposti continuano ad apparire solo il +5V e il +12V anche se le tensioni tipiche di ATX sono sei, facilmente identificabili perchè si è mantenuto (incredibile !) lo standard accettato dalla stragrande maggioranza dei costruttori per il colore dei cavi corrispondenti :









    * + 5V, colore tipico del cavo : rosso



    * + 12V, colore tipico del cavo : giallo



    * + 3.3V, colore tipico del cavo : arancio



    * - 5 V, colore tipico del cavo : bianco



    * - 12 V, colore tipico del cavo : blu



    * + 5 Vstby , colore tipico del cavo : viola









    Sullo schema semplificato sono riportate solo il +5V e il +12V per semplicità, ma anche perchè queste sono le tensioni primarie, ovvero quelle essenziali e su cui si concentra la potenza del complesso, oltre che il feedback di stabilizzazione. Le altre sono tensioni "ausiliarie".



    Tanto che, inizialmente, la tensione +3.3V era anch'essa una patch come la Vstby, ovvero un sotto circuito aggiunto alla base AT preesistente.



    La tensione da stabilizzare viene misurata non sul circuito stampato dove partono i cavi, ma sul connettore alla fine dei cavi, in modo da inglobare nella misura il valore della loro resistenza.



    Ora la tensione che sarà stabilizzata sarà la Vmb e si avrà :



    Val = Vmb + Vr



    Nell'alimentatore PC, la linea del 3.3V , la più bassa tensione generata dall'alimentatore, è la più sensibile al problema: per avere molta potenza, occorre far circolare molta corrente.



    V= R * I



    per cui, a parità di resistenza del cavo, maggior corrente, maggior tensione persa. E qui si parla di correnti dell'ordine di varie decine di ampere e di tensione di 3.3V, sulla quale una variazione del 5% corrisponde a soli 0.16V !



    Facili da perdersi sulle resistenze di cavi e contatti dei connettori. Allora ecco la necessità del feedback remoto, che, negli alimentatori PC si concentra su proprio su questa linea, anche se esistono realizzazioni che hanno remote sensing anche sul 5 e sul 12V.



    Se la verifica della tensione viene effettuata non all'uscita dell'alimentatore, ma all'estremità del cavo (remote sensing), la resistenza di questi non ha più importanza (entro certi limiti, ovviamente).



    Per sciogliere ogni dubbio, nel cavo di sensing non scorre potenza, ma solo una piccolissima corrente necessaria ai circuito di misura e feedback, dell'ordine dei microampere, e quindi la lunghezza di questo cavo e la sua sezione, e la relativa caduta di tensione, entro limiti ragionevoli, non ha alcuna influenza sulla misura stessa.



    http://www.elma.it/TESTO/ali/41_aliPC_VRM.htm



    I VRM switch mode



    La soluzione delle grandi potenze a bassissime tensioni è stata la diversa distribuzione delle potenze sulle varie tensioni nell' alimentatore ATX, privilegiando il +12V, mentre sulla scheda madre (e anche sulle schede di espansione ad alto consumo, come le VGA) è stato implementato l' uso intensivo di moduli VRM (Voltage Regulator Module , modulo di regolazione della tensione) di tipo switch mode.



    Questo moduli sono veri e propri alimentatori di piccole dimensioni che localmente, nei vari punti più opportuni della scheda, convertono una tensione nel valore minore necessario a quella specifica funzione logica. Inizialmente questa tecnologia è stata impiegata all'epoca dei 586 e del socket 370, quando riduttori di tensione di tipo lineare avevano raggiunto il loro limite per le forti correnti richieste; sono ora diventati parte essenziale del sistema di alimentazione delle nuove CPU, capaci di consumare varie decine e decine di watt con tensioni di 1,1-1,5V, il che vuol dire molte decine di ampere. Ma dato che la distanza fisica tra il VRM e il suo carico è minima, essendo entrambi sullo stesso circuito stampato, sarà ridotta al minimo anche la caduta di tensione sui conduttori di collegamento e ridotti pure i problemi di qualità dell'alimentazione su circuiti così sensibili come quelli logici.



    I moduli VRM attuali, per minimizzare la corrente di ingresso, utilizzano la più alta tensione disponibile nel PC, ovvero il +12V.



    Potrebbe essere a prima vista ragionevole ritenere che, per ottenere 1,5 volt sia più sensato partire da 3.3V e non da 12V. Questo sarebbe giusto se si intendesse effettuare la regolazione con un circuito lineare, dove l' efficienza è tanto maggiore quanto minore è la differenza tra le tensioni di ingresso e di uscita.



    Però c' è il problema che il sistema lineare, come abbiamo visto, dissipa in calore la differenza di energia tra quella che assorbe e quella che rende.



    Se dobbiamo fornire una potenza Pout = 45W alla tensione di uscita Vout = 1,5V, questo vuol dire :



    I = Pout / Vout = 45 / 1.5 = 30 A



    Il regolatore lineare, partendo con la tensione di ingresso minima disponibile, ovvero Vin= 3.3V, dovrebbe produrre una caduta di tensione di:



    V = Vin - Vout = 3.3 - 1.5 = 1.8 V



    che a 20 ampere di corrente danno una potenza dissipata dal regolatore :



    Pd = V * I = 1.8 * 30 = 54 W



    Questi watt, persi in calore, richiederebbero un radiatore di dimensioni consistenti, grosso come quello della CPU, oltre al fatto che per dare 45 W al processore ne perdo ben 54 nel regolatore, con un rendimento pessimo. Infatti la potenza complessiva che devo mettere a disposizione è :



    Ptot = Pout + Pd = 45 + 54 = 99 W



    con un rendimento ben inferiore al 50% ! Tra l' altro, è ben difficile ottenere queste prestazioni con un solo circuito integrato ed occorrerebbe implementare uno schema più complesso e ingombrante, in pratica irrealizzabile per questo impiego specifico.



    Se, invece, viene utilizzato il sistema a commutazione, la differenza tra le tensioni non ha più la minima importanza, per cui posso partire con vantaggio dalla maggiore disponibile, in cui la corrente sarà la più bassa, ovvero dal +12V :



    I = Pout / V = 45 / 12 = 3.75 A



    che richiedono conduttori, contatti, componenti molto meno critici e costosi che non i 30A precedenti. Nello stesso tempo il rendimento, per la minore perdita nello switch, aumenta grandemente : un VRM ben progettato si avvicina al 90%, ovvero per rendere 45W basta assorbirne circa 50W e non 99W come nel caso del lineare.



    Questi VRM lavorano a frequenze molto elevate : esistono possibilità di raggiungere il megaherz e più ! Questo riduce drasticamente la grandezza delle bobine , dei condensatori e dei semiconduttori impiegati. Solitamente hanno una tipologia del tutto identica allo schema utilizzato nelle pagine precedenti per spiegare il funzionamento del sistema a commutazione, ovvero transistor, diodo, gruppo LC e regolatore, funzione questa svolta da circuiti integrati realizzati ad hoc.
    Francmacon, 12 Marzo 2010
    #43
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